Come affrontare con successo questa domanda
Tanto semplice quanto insidiosa domanda che viene posta nei colloqui di lavoro. Tutti pensano che sia semplicissimo e “cosa ci vuole?”. Preparazione! Ci vuole preparazione.
E’ arrivata l’ora di brillare!
Solitamente, tanti iniziano a pensare cosa tipo: cosa vorrà mai sapere? Perché vuole saperlo? Devo condividere tutta la mia storia da quando sono nato?
Se non ti prepari, sarai colto alla sprovvista anche se pensi di sapere tutto su te stesso e quindi, che ci vuole? Ci vuole preparazione perché altrimenti ti uscirà una risposta tipo:
“Sono Luca… (uuuummmm) abito a Roma… eeehhhhmmm, ho 30 anni, mi piace il gelato, andare in bicicletta per i boschi e la cucina cinese, ha 1 cane e 1 gatto, mi piace modellare la creta… e beh poi non so, è abbastanza?”
Aiuto! Ma davvero? Ecco cosa pensa nel frattempo un recruiter:
“Ma no, davvero di chiami Luca? E io che pensavo di aver chiamato Geltrude… Bella Roma ma i boschi? Dove? Vista Colosseo? No no, la cucina cinese non mi piace… beh ora che mi hai detto i fatti tuoi non è che possiamo passare a qualcosa d’interessante e pertinente al lavoro???”
I recruiter sono persone molto impegnate e non hanno tempo da perdere a sentire voli pindarici inconcludenti.
“Parlami di te” viene chiesto sia durante veloci screening telefonici che durante il colloquio con la papabile azienda, ma è possibile ritrovarsela più volte durante le varie fasi della selezione.
Perché il recruiter pone questa domanda? È un punto di inizio per aprire il colloquio e iniziare a dargli forma. Oltre ad essere un icebreaker, agli hiring manager serve per cominciare a conoscere il candidato. Per il candidato. Invece, è una buona opportunità per mostrare le proprie abilità di comunicazione, interagire con le altre persone e mettere in luce le competenze chiave.
Domande affini a “parlami di te” sono:
- Raccontami qualcosa della tua storia lavorativa;
- Mi piacerebbe approfondire la tua storia lavorativa;
- Parlami del tuo background lavorativo e della tua formazione.
Come rispondere?
Il professional summary del tuo c.v., se ben fatto, può esserti di grande aiuto per rispondere a questa domanda.
Potresti anche iniziare parlando del tuo presente ruolo dando qualche dettaglio introduttivo e facendo poi una veloce carrellata sul passato lavorativo e sui successi che hai raggiunto. Puoi inserire anche la formazione e menzionare la votazione finale se pensi che possa aggiungere valore, soprattutto se sei un neolaureato e hai appena concluso dli studi.
Un altro modo è quello di iniziare dalla formazione e dalle esperienze passate che ti hanno permesso di raggiungere la posizione odierna. Quali sfide hai affrontato? Come le hai superate?Un’altra buona soluzione potrebbe essere quella di parlare del futuro: cosa vorresti fare, perché e come questa posizione sarebbe perfetta per te e che benefici ne avrebbe l’azienda.
Non c’è un modo univoco di rispondere a questa domanda, ma, indipendentemente da come deciderai di iniziare, assicurati di legare la risposta alla posizione lavorativa per cui ti stai candidando e all’azienda che ti potrebbe dare l’opportunità: sii coinvolgente con il tuo interlocutore, mostrandogli il tuo valore e le competenze.
Come rispondere a questa domanda
- Con questa domanda, il recruiter ti sta dando l’opportunità di presentare le tue competenze, abilità e di illustrare il perché tu sia il candidato ideale per questa posizione. Quindi, è un’opportunità da sfruttare al meglio. Devi preparati, non puoi improvvisare: analizza la job description, fai ricerche sull’azienda e formula la tua risposta in modo da rendere chiaro e palese perché sei interessato al ruolo, quali carte vincenti hai e come le userai in azienda e come tu sia il candidato perfetto. Per rispondere a questa domanda, devi prepararti, non improvvisare. Prepararsi non vuol dire imparare a memoria. Come sempre, studia azienda e job description per personalizzare la risposta di volta in volta.
- Mantieniti professionale nella risposta: sei ad un colloquio di lavoro e non al bar con gli amici. Quindi, no, non devi parlare della tua famiglia, dei tuoi animali domestici, del tempo o degli hobbies. Condividi informazioni inerenti solo alla tua esperienza professionale, le tue competenze e come il tuo profilo si adatta alle richieste dell’azienda. Mettici un po’ di passione e interesse nella risposta: non devi recitare a memoria il c.v. Non stai facendo una dissertazione sul tuo c.v.
- Sii succinto nella risposta: massimo 2 minuti, ma meglio 1 minuto. Quando ti preparerai per il colloquio, cronometra la risposta. Dopo 1,5 minuti, la soglia di attenzione del tuo interlocutore si abbassa e inizierà a distrarsi. Presta attenzione alla sua comunicazione non verbale per sapere se lo stai annoiando o se la sua attenzione è calata.
- Non parlare mai male del tuo precedente datore di lavoro! Non stai parlando con un amico per sfogarti su tutte le carenze dell’azienda e del tuo capo: sei ad un colloquio di lavoro! Se parli male della tua precedente azienda e/o del tuo capo, il tuo interlocutore potrebbe pensare che, un giorno, potresti parlare male anche della loro realtà. Non denigrare nessuno, focalizzati sui tuoi punti di forza e su come puoi contribuire a portare valore in azienda.
- Non c’è una seconda volta per fare una buona prima impressione. I primi minuti sono fondamentali in cui il recruiter o l’hiring manager decide se portarti avanti nella selezione oppure no. La stretta di mano, il saluto, la comunicazione verbale e non verbale creano la prima impressione e contribuiranno a formare un’opinione su di te come candidato.
Non ti resta altro che prepararti e mostrare un genuino interesse per l’azienda e la posizione per cui ti stai candidando. Prepararti ti darà un senso di sicurezza che ti supporterà durante tutto il colloquio aiutandoti a superarlo molto più facilmente e brillantemente.